domenica 31 maggio 2009

mercoledì 27 maggio 2009

Joseph Roth

Il 27 maggio prossimo ricorre l’anniversario della morte di Joseph Roth. Vorrei ricordarlo con ironia. Una sera in cui Joseph Roth fu trovato del tutto ubriaco sul bordo di un marciapiede di Parigi, un conoscente, riconosciutolo, lo rimproverò benevolmente mentre lo aiutava a rimettersi in piedi: “Roth, ma perché lei beve a questo modo? Così si rovina!”. Al che lo scrittore,con inaspettata lucidità, rispose “Mehring, perché lei non beve? Crede di farla franca? Anche lei andrà in rovina!”. In una società non solo di presuntuosi, ma anche di permalosi sempre col ciglio alzato e lo sguardo di traverso, e, soprattutto di individui che pensano di essere al di fuori e al di sopra della storia c’è più intelligenza e acutezza nella capacità di dire cose vere facendo finta di non prendersi sul serio, che non in chi pensa di essere “l’uomo (e/o la donna) della provvidenza”.

David Bidussa, storico sociale delle idee

martedì 26 maggio 2009

Il dovere di opporsi

L'appello lanciato da Elie Wiesel, da Claude Lanzmanm e da Bernard-Henry Lévy contro la candidatura a direttore generale dell'Unesco. dell'egiziano Farouk Hosny merita di essere ripreso e amplificato ovunque. L'Unesco è, come è noto, il ramo dell'ONU che si occupa dell'educazione, la scienza e la cultura. Dell'Unesco fanno parte i 192 paesi che fanno parte dell'ONU. Nulla da stupirsi, quindi, che l'Unesco abbia preso in passato e continui tuttora a prendere posizioni molto discutibili nei confronti di Israele. Ma questo è ancora più grave. Farouk Hosny, ministro della Cultura egiziano, è personalmente un attivo antisemita, un personaggio che sostiene pubblicamente la sua volontà di bruciare i libri israeliani presenti nelle biblioteche egiziane (e subito dopo, si immagina, quelli ebraici). "Un incendiario, per riprendere le parole dell'appello, dei cuori e degli spiriti". Affidargli una carica così importante e prestigiosa equivarrebbe ad affidare a un piromane l'organizzazione della tutela delle foreste, ad un pedofilo la direzione di un asilo d'infanzia. Una simile candidatura, ci dice l'appello, sarebbe per l'Unesco una catastrofe, "una provocazione così manifestamente contraria ai propri ideali" che l'Organizzazione non riuscirebbe più a risollevarsi.

Anna Foa, storica

lunedì 25 maggio 2009

Immersi nell'inciviltà

Reggio Emilia, 15enne muore in piscina

Il ragazzo originario del Marocco si è tuffato e ha avuto un malore: altri bagnanti sono rimasti immersi in acqua

REGGIO EMILIA - Un quindicenne originario del Marocco è morto, probabilmente per un malore, mentre nuotava in una piscina pubblica a Scandiano, in provincia di Reggio Emilia. Y.H., residente ad Arceto, si è tuffato intorno alle 16 ma poco dopo si è sentito male. Un bagnino è immediatamente intervenuto e sono stati chiamati i soccorsi, ma inutilmente. Secondo le prime ipotesi il ragazzino, che frequentava la terza media, potrebbe essere stato vittima di una congestione. Nella piscina "L'Azzurra" c'erano anche altri bagnanti, oltre agli amici di Y.H. Alcuni non hanno lasciato la vasca, continuando a restare immersi durante le operazioni di soccorso a bordo piscina e nonostante gli inviti dei responsabili della struttura a uscire dall'acqua.
(Fonte: Corriere.it)

domenica 24 maggio 2009

Paura della libertà

Paura della libertà è un testo di Carlo Levi che conviene tenere tra le mani in questi giorni. E’ un testo composto nell’inverno 1940, mentre il nazismo si espandeva, la Francia crollava e gran parte dell’Europa dell’Est diventava dominio nazista sotto il nome di “Nuovo ordine Europeo”. Questa era la parola per dire Europa, allora. In quel testo, Levi rivolge un “messaggio in bottiglia” a un lettore che non c’è, comunque che non sa come raggiungere, mettendolo in guardia dal disincanto diffuso per la dimensione politica pubblica. Descrivendo il rapporto tra cittadino e Stato – ma più correttamente si potrebbe dire tra potere e suddito – Levi denunzia un eccesso della politica proprio sulla base e in forza di una sua spoliazione, ovvero in relazione e in conseguenza di una depoliticizzazione dell’individuo che gli sembra il carattere proprio dell’anticamera dei totalitarismi. E spiega come sia nella paura il cuore della macchina generativa del potere. Un potere che proprio mentre denuncia i mali della politica e tenta di accreditarsi attraverso l’offerta di protezione salvifica, riconferma la sua vocazione ad espropriare chiunque della sua possibilità e facoltà di decidere.

David Bidussa, storico sociale delle idee

martedì 19 maggio 2009

Strage di diritto strage di uomini, donne, bambini

Il prossimo giorno della memoria*

di Furio Colombo

Si conclude oggi una settimana in Parlamento di dibattiti, scontri verbali, accuse, polemiche, incroci di dichiarazioni sarcastiche e ostili. È la settimana in cui un impenetrabile, misterioso, opaco voto di fiducia ha coperto un impenetrabile, misterioso, opaco "pacchetto sicurezza", che significa soprattutto persecuzione dei più poveri, dei più deboli, degli scampati al terrore politico e al rischio di morire nel deserto o nel mare.
Alcuni di noi, in Parlamento, hanno definito il cosiddetto "pacchetto sicurezza" un delitto. Ha come mandante la lugubre coppia Bossi-Maroni, come esecutore il ricattato presidente del Consiglio. Braccio armato della legge-sentenza contro gli immigrati sarà la polizia libica di un governo dispotico che - allo scopo – è stato dichiarato alleato militare di questa Italia. In questo modo ci siamo abbassati al livello del vendicativo dittatore nord africano Gheddafi. Invano si è mobilitato contro questo delitto il Pd, insieme con le altre opposizioni (Italia dei Valori e Udc). Invano, nonostante il discorso di sdegno e condanna di Franceschini, invano nonostante la denuncia della xenofobia italiana da parte del Presidente della Repubblica. Invano non solo per la sproporzione di forze alle Camere. Invano non solo perché il vagone piombato del voto di fiducia impedisce possibili spaccature a destra.
Invano, purtroppo, a causa di inspiegabili errori commessi dal Pd proprio in Parlamento, proprio nei confronti della Lega: votare a favore del trattato militare con la Libia, un accordo che costa all’Italia miliardi di dollari. E che costerà la vita di molti migranti, a mano a mano che i disgraziati verranno riconsegnati (si dice "respingimento in mare") alla Libia. È un trattato firmato e sottoscritto da Berlusconi (come lui stesso rivendica) e approvato da tutto il Parlamento, con l’inspiegabile approvazione del Pd, che ha offerto un grande aiuto alla Lega. È stato il primo pezzo di un brutto gioco. Il secondo errore è stato partecipare al "miglioramento" della legge sul federalismo fiscale.
Perché dare una mano alla cucitura di quel bandierone leghista? Purtroppo il Pd ha collaborato alla legge. E con il voto finale di mite astensione il Pd si è messo in un limbo di ridotto peso politico. Ma i due errori non si faranno dimenticare. La Libia ritorna nelle notizie con la sua faccia inumana. Il federalismo leghista si rivelerà inattuabile e iniquo.
Si potrebbe fare ancora una volta un elenco della deliberata e barbara crudeltà che segna questo maledetto "pacchetto sicurezza" che infierisce con puntigliosità razzista contro donne e uomini, mandati allo stupro sistematico e alla schiavitù senza via di riscatto in Libia. Lo stupro sistematico, ci ha detto il giornalista Viviano (Linea Notte, Tg3, 11 maggio) in Libia è una orrenda pratica di potere assoluto. Coinvolge senza pietà e senza controlli bambine e bambini.
Il "respingimento in mare" è un gesto identico, nel suo orrore, al respingimento delle navi di ebrei europei in fuga che nessun porto del mondo voleva accettare. Ci sarà un "giorno della memoria" fra dieci o vent’anni, il giorno in cui si ricorderà la spietata caccia ai migranti. Gli studenti delle scuole sapranno tutto di Bossi, Maroni, Cota, dei loro complici zitti di tutta la maggioranza, dell’incredibile tolleranza dei partiti di opposizione, che pur votando contro, hanno voluto confermare la loro disciplinata accettazione dei fatti, come se le ronde non fossero un colpo di Stato, come se il "reato di clandestinità" non fosse un’invenzione feroce per perseguitare donne e bambini, come se il "respingimento in mare" non fosse un atto contro la civiltà che ha invano provocato l’indignazione della Chiesa e la protesta del Segretario generale dell’Onu.
Ma in Italia adesso il compito è perseguitare gli immigrati negando loro ogni diritto, usando persino la marina da guerra italiana per il delitto di "respingimento" che vuol dire riconsegnare al torturatore libico coloro che erano appena fuggiti. Purtroppo un Paese spaventato privo di una forte opposizione, sta al gioco. E tutto ciò nonostante la Chiesa, la Caritas, la comunità di Sant’Eigidio, il Cardinale Tettamanzi, apertamente deriso, l’opposizione accanita dei Radicali di Pannella-Borino. Un giorno si dovrà dire nelle scuole, che, molti italiani hanno accettato di diventare i volonterosi carnefici di Bossi e Maroni. Nelle scuole si leggerà la testimonianza di un ex ministro dell’Interno italiano, Beppe Pisanu: «Esistono presso la Commissione Europea e la Nato immagini che documentano la carneficina nel mare. Quelle immagini raccontano di migliaia di cadaveri che galleggiano nelle acque del Mediterraneo. E, ancora di più, di cadaveri lungo il deserto». Nessuno potrà dire, in quel "giorno della memoria": io non sapevo.

*da “l’Unità”

lunedì 18 maggio 2009

Risposte e silenzi

Il 5 aprile scorso, Giuliano Amato aveva invitato dalle pagine de Il Sole 24 ore gli intellettuali islamici a prendere posizione sulla legge afgana contro i diritti delle donne. Ieri, Amato scrive, sempre su Il Sole, di avere avuto una risposta di netta condanna della legge afgana da parte di un prestigioso intellettuale islamico, Abu Zayd. Zayd è docente a Leiden e Utrecht ed è oggi il più importante studioso di esegesi coranica. Un'esegesi non apprezzata dai fondamentalisti egiziani, che lo hanno accusato di apostasia e obbligato a lasciare l'Università del Cairo e a trasferirsi in Olanda. I lettori italiani lo conoscono per i suoi libri tradotti in italiano, fra cui il bellissimo Una vita con l'Islam, pubblicato anni fa da Il Mulino. Chi non ha risposto invece è Tariq Ramadan, nonostante le sollecitazioni di Amato. Tariq Ramadan, di cui oggi Pierluigi Battista denuncia su Il Corriere le doppiezza, viene considerato da una parte importante della sinistra europea un maitre à penser. Ma chi ha questo ruolo non può sottrarsi a domande di questo tipo, che non partono soltanto da Amato, ma che vengono da più lontano: dalle bambine sgozzate in Algeria perché andavano a scuola, alle donne impiccate in Iran, lapidate in altre parti del mondo islamico. Da Sitara Achakzai, assassinata meno di un mese fa dai fondamentalisti a Kandahar. Zayd, perseguitato e in esilio, ha preso posizione. Vorremmo che la prendesse anche Ramadan, che perseguitato certo non è.

Anna Foa, storica

domenica 17 maggio 2009

Nessuna coscienza, Nessuna compassione


Tradotto da Elena Intra per Global Voices questo articolo di Bob Chen ci da conto della situazione dei diritti umani in Cina, la mancanza di libertà d'espressione, la brutale repressione del dissenso, ma soprattutto ci descrive il coraggio e la determinazione di persone come Yao Jing che lottano a mani nude contro un regime totalitario. A noi non resta altro che trovare i modi, i canali per sostenere queste persone che lottano per la democrazia, non possiamo lasciare sole, raggiungiamole.



Recentemente il professore e avvocato Xu Zhiyong(许志永) concludeva così un suo post [cin]:


突然忍不住失声痛哭。我打个车,回到家,跪倒地上,再次痛哭,我感谢上帝让我来到这世上承受这一切。然后,我平静地起来,写下这个故事,为我们的子孙后代,我要告诉他们什么是苦难。


Sono scoppiato a piangere. Ho chiamato un taxi, sono tornato a casa e mi sono inginocchiato sul pavimento, ancora con le lacrime agli occhi. Ho ringraziato Dio per avermi messo al mondo a sopportare tutto ciò. Poi sono tornato in me e ho scritto il post. Voglio che i miei figli sappiano cosa vuol dire angoscia e sofferenza.
Quella che segue è la traduzione parziale del blog di Xu sulla sua esperienza dopo aver aiutato una delle firmatarie di una petizione [in] che era stata picchiata brutalmente a Pechino.


晚上七点多刚打开手机就接到盛其芳老人的电话:“许教授,一直打不通你的电话,山东临沂被打的那个人八点多就被停药了,没钱治病,在同仁医院。”


Ho ricevuto la chiamata di Sheng alle 7 di sera. ‘Professor Xu, ho cercato di contattarla. Hanno interroto la cura per quella donna di Lin Yi, Shandong che era stata assalita questa mattina. Abbiamo finito i soldi all'ospedale Tongren!'
Xu ha chiesto cosa fosse successo e Sheng ha risposto:


她上访,被临沂驻京办的打成重伤。昏迷,可医院不给治了,怎么办啊。”


‘Era venuta a Pechino per fare presente al governo centrale il proprio dolore, ma è stata picchiata brutalmente dagli ufficiali mandati dalla città d'origine. È priva di sensi ma i dottori si rifiutano di curarla; come dobbiamo fare?'
Corso all'ospedale, Xu ha trovato la vittima stesa sul letto con accanto la madre e la sorella che l'accompagnavano. Ma non c'era nessuna flebo. La sorella prese a raccontare quanto era successo:


姐姐说,4月27号她被关押在青年凤凰宾馆,那天下午妹妹也被临沂驻京办从马家楼拉过来,头栽倒在汽车里面地板上。姐姐听 说后过去扶起她,问怎么了,她很费力地说被打了,肚子痛,然后就又昏迷了。打了几次120和 110,终于把妹妹送到右安门医院。医生说,没事。求医生给开点止痛药医生也不给开,说回家吧,没事。只好偷偷把妹妹送到同仁医院。拍片子的时候不敢说她 是被接访的打的。但是后来向一位医生说了实话,医生就说,没事的,医院没病床了,你们回家吧。幸运地是终于找到了一位有良心的医生,他看了之后很吃惊,着 急地说,千万不能让她动,有生命危险,赶紧抬她到床上,不能让她动。后来知道,妹妹被打脾破裂。带的几千块钱很快花完了。今天早上,开了药,但是没钱了, 拿不了药,吊针就停了。找马家楼派出所,派出所也只是说在协调,从早上一直到现在都没有用药。


Il 27 Aprile, la sorella della vittima era chiusa all'interno dell'hotel Phoenix. Nel pomeriggio aveva scoperto che la vittima era stata rifiutata dall'ufficio della città di Lin Yi a Pechino (ufficio locale nella capitale). Aveva detto con voce debole di essere stata colpita allo stomaco e poi era svenuta di nuovo. La sorella prima l'aveva portata all'ospedale You Anmen, ma lì i dottori le dissero che non aveva niente. Non gli diedero nemmeno degli antidolorifici e dissero loro di andare a casa. Quindi la portò all'ospedale Tong Ren. All'inizio non osarono dire che era stata picchiata a causa della petizione. Quando dissero la verità, furono di nuovo informate che non c'erano stanze disponibili. Infine arrivò un dottore compassionevole. Fu assai sorpreso nel notar ele condizioni della la vittima, raccomandò di non muoverla o avrebbe rischiato la vita. Poi vennero a sapere che aveva la milza spappolata. Qualche migliaia di dollari furono velocemente messi insieme per la cura. Questa mattina la prescrizione è stata interrotta. Da allora la donna non ha più ricevuto cure.
Come professore di legge, Xu aiuta i firmatari delle petizioni e le minoranze che lottano per i propri diritti. Quindi è in contatto con vari gruppi di firmatari ed ecco perchè è stato informato così velocemente della situazione. Dopo aver ascoltato la storia della vittima, Xu corse di sotto a cercare il dottore.


来到一楼。急诊医生办公室。我问医生,这个病人需要不需要紧急治疗?医生跟我们来到病房,摸了摸病人的腹部。然后问我,“你是他什么人?”我只是一个普通公民,我说。“那我不跟你说。”“那好,你跟她家人说,她需要什么治疗,需要什么条件。”“按照开的药治疗。”他说。“但我们没钱拿药啊。”姐姐哀求。“走,我们下去拿药。”我平静地说,正好,今天我身上带了银行卡。


Andai al pronto soccorso, chiedendo se avesse bisogno di cure immediate. Il dottore si avvicinò e ne esaminò l'addome. Poi chiese, ‘Qual è il suo legame con lei?'‘Sono solo un cittadino comune.' risposi.‘Allora non posso dirglielo.'‘Bene, ma dica alla sua famiglia di cosa ha bisogno, e a quale costo.'‘Quanto dice la prescrizione.'‘Ma non abbiamo soldi!' disse la sorella.‘Su, andiamo di sotto per la ricetta.' dissi con calma. Per fortuna avevo con me la carta di credito.


划价,这个晚上的药费是850元。似乎这个过程很漫长,终于拿到了单据,一直很坚强的姐姐突然跪到了地上,泪流满面。我扶起她,想我应该早一点来,应该早一点。从来没有像此刻觉得这点钱这么有价值。


Costò 850 RMB per la notte. Pagare sembrò un lungo processo. Quando finalmente ebbi la ricevuta, la sorella, di solito caparbia, si inginocchiò in lacrime. La tirai su, avendo solo voluto essere arrivato prima, solo poco prima. Non ho mai pensato che i soldi potessero essere così utili.


他们一家来北京上访,因为2006年妹妹和母亲被人欺负,打伤很重,但对方被判缓刑。妹妹不服一直上访。2007年被临沂驻京办的打成了脑外伤,也曾经被送过精神病院


Il nome della ragazza è Yao Jing. La famiglia era venuta a Pechino per presentare una petizione perchè nel 2006 la sorella e la madre sono state perseguitate e ferite, ma il colpevole aveva la pena semplicemente in sospensione. Sentivano che era ingiusto. Nel 2007 era stata picchiata, aveva subito un trauma cranico ed era stata mandata al manicomio.
Xu descrive l'hotel Phoenix in cui la sorella della vittima era rinchiusa:


那是一个很黑很黑的黑监狱,我听到的同样的故事太多太多了,我怎能不去黑监狱呢?


Quella è una prigione nera, profondamente nera. Ho sentito così tante storie a riguardo. Come posso non andare a visitare la prigione nera?


在一个特权腐败成为常态的社会里,他们没有任何社会关系,可是他们偏偏认死理,执着上访,他们是这个国家的贱民,他们是我的同胞,我的兄弟姐妹。


In uno Stato dove il privilegio e la corruzione sono diventate routine, chi firma delle petizioni non ha conosce nessuno ma crede tenacemente nella giustizia. Sono gli ‘intoccabili' in questo Paese, ma sono miei connazionali, miei fratelli e sorelle.


走廊里突然传来呼救声,一个妇女被五六个男人拖走了。护士进来说,“待会外面有吵闹不要开门。”也有一个男人挨个进门说:“把门关好。”我和盛其芳来到走廊里。又有两个妇女一先一后被五六个男人拽着拖向电梯。我问怎么回事,没人说话。那个妇女在电梯关门前喊了一声“中国没有人权!”


Improvvisamente, s'udirono grida d'aiuto dal corridoio. Una donna veniva trascinata da 5, 6 uomini. L'infermiera ci disse di ignorare il casino.Andai verso l'ingresso con Sheng e vidi altre due donne spinte da 5 uomini verso l'ascensore. Chiesi che cosa fosse successo ma nessuno rispose. La donna urlò ‘non esistono diritti umani in Cina' prima che si chiudesse la porta.


姐姐在一旁说,听说他们是东北的,在天安门服毒自杀被送到这里的。一个接访的恶狠狠地问我干嘛的,我说在这里看病人。“没你的事,一边去。”


La sorella disse che venivano dal nord-est della Cina ed erano state mandate qui perchè avevano ingerito del veleno in Tiananmen Square per protesta. Un membro del personale mi chiese cosa stavo facendo lì, gli risposi che stavo visitando una paziente. ‘Non sono affari suoi, sparisca,' disse.


“绑架!怎么会没我的事?”我说,“应该报警。”可惜这时我的手机没电了。一个挂着同仁医院胸牌的男人过来说,“我就是同仁医院保卫处的,你少管闲事啊。”刹那间,我终于爆发了,我听到了一个仿佛穿破时空的惊天动地的怒吼:“丧——尽——天——良——!你们知不知道什么是——丧—尽—天—良!丧—尽—天—良!”


‘È un rapimento! Non sono affari miei? Dovrei chiamare la polizia.'Ma avevo il cellulare scarico. Un uomo con un distintivo che lo indicava come una guardia di sicurezza dell'ospedale si avvicinò e ci disse di smetterla di urlare.In quel momento, finalmente mi infuriai. Sentii me stesso urlare aspramente, ‘Non avete coscienza! Nessuna coscienza! Nessuna——COSCIENZA!


恍惚中,我穿过人群恍惚中,我穿过人群


Presi a camminare tra la folla sentendomi venir meno.

sabato 16 maggio 2009

Freedom for Aung San Suu Kyi


Myanmar: Amnesty International chiede al Consiglio di sicurezza di pretendere il rilascio immediato di Aung San Suu Kyi


Amnesty International ha chiesto oggi al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite (in particolare a Cina e Giappone) e ai paesi dell'Asean di attivarsi con urgenza per garantire il rilascio di Aung San Suu Kyi dalla prigione di Insein. "Il governo di Myanmar deve liberare Aung San Suu Kyi una volta per tutte, senza condizioni e senza ripristino degli arresti domiciliari" - ha dichiarato Benjamin Zaracki, esperto di Amnesty International sul paese. Aung San Suu Kyi e due sue collaboratrici arrestate con lei, Khin Khin Win e la figlia di quest'ultima, dovrebbero essere processate lunedì 18 maggio in relazione a un episodio verificatosi all'inizio del mese, quando un cittadino statunitense attraversò a nuoto il lago di fronte all'abitazione della Nobel per la pace, trattenendovisi per due giorni. Le condizioni di salute di Aung San Suu Kyi sono peggiorate di recente. Il 7 maggio, le forze di sicurezza hanno impedito al suo medico, Tin Myo Win, di visitarla. Quando questi è rientrato a casa, è stato arrestato e da allora si sono perse le sue tracce. "Khin Khin Win, sua figlia e Tin Myo Win sono tra gli oltre 2100 prigionieri politici birmani a rischio di torture e altri maltrattamenti. Le condizioni detentive sono proibitive e mettono a rischio la salute dei prigionieri" - ha proseguito Zaracki. "Se la comunità internazionale non assumerà una posizione chiara e univoca, il governo di Myanmar continuerà ad agire con un profondo disprezzo per i diritti umani. Ora più che mai il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e i paesi membri dell'Asean devono dire ai generali birmani che non potranno più agire impunemente" - ha concluso Zaracki.
Ulteriori informazioni Aung San Suu Kyi, leader del partito di opposizione "Lega nazionale per la democrazia", è stata privata della libertà per 13 degli ultimi 19 anni, buona parte dei quali trascorsi agli arresti domiciliari. La scadenza degli arresti domiciliari è fissata al 27 maggio.

(Fonte: Amnesty International)

lunedì 11 maggio 2009

Egoismi e paure

Divampa la polemica sull'immigrazione. Il presidente del Consiglio grida che l'Italia non sarà multiculturale. Il segretario generale della CEI monsignor Mariano Crociata sottolinea che l'Italia è già multiculturale e che questo è un valore, non un disvalore. Il Rav Di Segni ci ricorda la vicenda della nave St.Louis, respinta nel 1940 dai porti americani, con il suo carico di oltre novecento ebrei in fuga dalla Germania, rinviati al loro destino di morte. Il comportamento delle autorità americane non era illegale, ma obbediva alle norme di immigrazione varate nel 1924, che chiusero di fatto la possibilità di immigrazione in America agli ebrei in fuga dalla Shoah. E Amos Luzzatto, in un intervento che ha suscitato le ire di alcuni, ha richiamato il clima pesante di razzismo che si respira, la sua legittimazione diffusa che non può non ricordarci il 1938 e la legittimazione dell'odio antiebraico. Da parte ebraica come da parte cattolica, è sempre più viva la preoccupazione che i valori della solidarietà tra gli esseri umani si perdano in nome degli egoismi e delle paure. Credo che sia una battaglia che deve essere fatta anche dal mondo laico, perché quanti parlano senza affidarsai ai valori religiosi guardino anche e soprattutto a quelli etici e non soltanto alla politica e ai suoi schieramenti, sempre più vili e degradati.

Anna Foa, storica

sabato 9 maggio 2009

Finalmente la legge Welby – Mingroni!


Con il voto del Senato, si è coronata la lotta radicale per garantire il diritto di voto ai disabili intrasportabili


Erano anni che, prima con Luca Coscioni poi con Piergiorgio Welby ed infine con Severino Mingroni, l’Associazione Luca Coscioni, e il movimento radicale, ha combattuto per affermare il diritto di voto dei disabili intrasportabili, documentando con video, foto e lettere di denuncia lo scandalo dei cittadini senza voto.
Nelle ultime legislature c'è sempre stata una proposta di legge radicale volta a consentire il diritto di voto ai disabili intrasportabili. Oggi il voto del Senato, a completamento dell'iter legislativo traducendo in legge la pdl a prima firma della deputata radicale Rita Bernardini, corona questa battaglia di civiltà la cui ragionevolezza, non ha scaldato i cuori dei palazzi della politica ed è stata conquistata grazie all'accelerazione d'iniziativa nonviolenta di sciopero della fame protrattasi per otto giorni nell'ultimo scampolo di tempo utile per consentire il diritto di voto a tutti prima delle elezioni europee. L'Associazione Luca Coscioni ringrazia i militanti e gli iscritti e tutti coloro che in questi anni hanno dato la forza di perseverare nell'obiettivo e idealmente la dedica ai due dirigenti dell'associazione che più hanno lottato per conseguire questo risultato: Piergiorgio Welby e Severino Mingroni. Chiediamo agli organi di stampa di riconoscere la paternità di questa lotta all’Associazione Luca Coscioni ed invita ad utilizzare le foto (presenti sul sito lucacoscioni.it) e diffondere quanto più possibile la notizia tra le persone disabili.

mercoledì 6 maggio 2009

Iran: uomo lapidato per adulterio

5 maggio 2009: il portavoce della magistratura iraniana ha confermato la notizia secondo cui un uomo è stato di recente lapidato per adulterio nella città settentrionale di Rasht. “La lapidazione è stata effettuata nel mese iraniano di Esfand”, che si conclude il 20 marzo, ha detto il portavoce Ali Reza Jamshidi. Per la Resistenza Iraniana la lapidazione è avvenuta il 5 marzo e riguarda un uomo identificato come Vali Azad, 30 anni, dipendente del Dipartimento del Commercio e originario di Parsabat Moghan, vicino al confine con l'Azerbaigian.Secondo la Resistenza, “la sua esecuzione è avvenuta nella prigione Lakan a Rasht, in seguito la magistratura locale si è rifiutata di restituire il corpo alla famiglia, seppellendolo in una località segreta”.Ulteriore conferma giunge oggi dal giornale Aftab-e Yazd, che fa risalire al 5 marzo la lapidazione di un dipendente statale 30enne identificato solo come “V”, giustiziato a Rasht. Nel 2002 il capo dei magistrati iraniani, Ayatollah Mahmoud Hashemi Shahroudi, ha stabilito la sospensione delle lapidazioni, tuttavia – ha spiegato il Portavoce - “Considerando l’indipendenza dei giudici è possibile che finché il divieto sulle lapidazioni non diventerà legge le raccomandazioni del capo della magistratura non vengano seguite”. La donna coinvolta nell’adulterio – ha aggiunto – “ha mostrato pentimento, di conseguenza non è stata lapidata”.

(Fonte: Nessuno Tocchi Caino)

lunedì 4 maggio 2009

La piazza vuota

Il bilancio del primo maggio lo si può sintetizzare in due scene diverse: un concerto megagalattico a Roma; la violazione dei diritti umani in Iran con l’impiccagione di Delara Darabi. Apparentemente sono due scene molto lontane tra loro, ma che si sarebbero dovute parlare. La scena di Roma è quella apparentemente più facile da decodificare: la musica, dice quella scena, si afferma come l’unico linguaggio universale e trasversale del nostro tempo, capace di muovere emozioni e di produrre immaginario. Probabilmente è davvero così. E allora chiediamoci. Perché nello scenario più massificato e collettivo dove parlare era possibile, dove in fondo era obbligatorio il riferimento ai diritti, non ha trovato parola, spazio, opportunità di affermarsi? E’ certo complicato e forse anche non piacevole pronunciare alcune parole nel momento dell’evasione, ma era importante trovarle ed era anche un modo per dire che la festa del lavoro conserva ancora un’ombra della cultura della domanda di diritti a cui deve la sua lunga storia. E allora forse è anche opportuno chiederci: che cosa rimane dopo, una volta svuotata quella piazza? Chi era lì, il giorno dopo dov’è? Che fa? In che relazione sta con il contenuto di quella giornata? Ha un rapporto quell’evento con quella giornata? In breve: che cosa passa per quella piazza nel corso di quel’evento e che cosa rimane dopo? Certo nei giorni di festa ha un valore in sé l’evasione, e un concerto vale anche per il fatto che non deve rendere conto a una logica della politica. In breve proprio perché non è una manifestazione, un concerto è uno spazio di libertà. Ma con il contenuto di quella giornata ha un rapporto? Oppure, più semplicemente, è un appuntamento nel calendario privo di contenuto? Non è una domanda banale, perché se è vero che nel tempo festivo ci deve essere una dimensione di sospensione, di vacanza, è anche vero che nel primo maggio da sempre si colloca una dimensione di proiezione di futuro in cui conta come si fa il bilancio del presente, come si prendono le misure rispetto ai mutamenti e alle trasformazioni avvenute nel tempo immediatamente trascorso e si prova a riflettere e a proporre qualcosa per l’immediato futuro. In quella piazza, oltre i suoni, e al di là del successo di pubblico, quella dimensione di responsabilità semplicemente non c’era. E’ così difficile da dire?

David Bidussa, storico sociale delle idee

domenica 3 maggio 2009

Assassinata Delara Darabi


Delara Darabi è stata impiccata la mattina di venerdì 1 maggio nella prigione centrale di Rasht, nell'Iran settentrionale. Amnesty International ha espresso il proprio oltraggio per la notizia dell'impiccagione, avvenuta senza che l'avvocato di Delara Darabi ne fosse stato messo a conoscenza, nonostante la legge preveda che i legali dei condannati a morte debbano essere informati 48 ore prima dell'esecuzione. Secondo l'organizzazione per i diritti umani, si è trattato di una mossa cinica delle autorità iraniane per aggirare le pressioni nazionali e internazionali che avrebbero potuto salvare la vita di Delara Darabi. Il 19 aprile il Capo dell'autorità giudiziaria aveva concesso due mesi di sospensione. Delara Darabi era stata condannata a morte per l'omicidio di un parente, avvenuto nel 2003, quando aveva 17 anni. Si era inizialmente addossata la responsabilità, con l'intento di salvare dall'impiccagione il suo fidanzato maggiorenne, per poi ritrattare la confessione. Nel 2006 Amnesty International aveva lanciato una campagna per salvare la sua vita. Secondo l'organizzazione per i diritti umani, il processo terminato con la condanna a morte era stato iniquo, non avendo i giudici preso in considerazione prove che avrebbero potuto scagionarla dall'accusa di omicidio. Quella di Delara Darabi è stata la 140ma esecuzione in Iran dall'inizio dell'anno, la seconda nei confronti di una donna e la seconda nei confronti di un minorenne al momento del reato. L'Iran ha messo a morte almeno 42 minorenni dal 1990, in totale disprezzo degli obblighi internazionali che stabiliscono il divieto assoluto di mettere a morte persone per un reato commesso quando avevano meno di 18 anni.


(Fonte: Amnesty International)

Strane influenze

Nelle farmacie a ruba il medicinale che la ricerca stroncò come inefficace.
Brevettato nell’azienda di Rumsfeld e poi ceduto, è rinato con l’aviaria.

Dei farmaci antivirali in commercio due sono le molecole che risulterebbero efficaci nel bloccare la replicazione del virus A/H1N1 aviario-suino-umano quando infetta l’organismo: lo zanamivir (Relenza, Glaxo) e l’oseltamivir (Tamiflu, Roche). Tutti i governi ne stanno stoccando milioni di dosi e l’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) avrebbe a disposizione circa 5.125 milioni di trattamenti. È stata la Roche a «donarli» tra il 2004 e il 2006. Si chiama «scorta di risposta rapida» per fronteggiare le emergenze. In particolare nei Paesi in via di sviluppo. Nonostante le rassicurazioni dei governi, però, questi farmaci cominciano a sparire dalle farmacie. Corsa all’accaparramento? Forse. Ma attenzione: sarebbe dannoso assumerli senza motivo. Per prevenzione. Guido Rasi, direttore generale dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), avverte: «Questi farmaci non sono efficaci in via preventiva (agiscono bloccando il virus quando è già presente nell’organismo, ndr) e si rischia di favorire la resistenza dei virus». Si spunterebbero le uniche armi in attesa del vaccino. Intanto la Borsa premia le aziende produttrici. Per la Roche, con il Tamiflu, si ripete quanto accaduto nel 2005 con l’aviaria. Un boom dopo che il farmaco stava per finire nel cassetto. La storia del Tamiflu è unica: una molecola la cui efficacia e sicurezza è stata sempre oggetto di dubbi che diventa una «gallina dalle uova d’oro». L’oseltamivir viene scoperto nel 1994 dai ricercatori della Gilead sciences, biotech californiana. Di casa alla Gilead è l’ex segretario di Stato americano Donald Rumsfeld: ne è stato direttore dal 1988, presidente del consiglio di amministrazione dal 1997 al 2001, ne è tuttora azionista. Nel 1996 Gilead cede a Roche i diritti della molecola in cambio del 10% sul venduto. Il farmaco arriva sulmercato nord-americano e svizzero nel 1999-2000, nella maggior parte dei Paesi europei fra il 2002 e il 2003. L’Italia aspetta: buon ultima ne approva la commercializzazione solo nel 2006, dopo l’allerta aviaria. L’indicazione iniziale è «influenza stagionale». Di qui il «flop». Deve essere assunto entro 48 ore dalla comparsa dei primi sintomi per ridurre la malattia al massimo di un giorno e mezzo. Troppo poco e troppo costoso per competere con aspirina, latte emiele. Roche ipotizza perfino di metterlo nel cassetto. Molti esperti dubitavano perfino dell’efficacia del farmaco. Fioccano le stroncature. Fino al rilancio come arma contro la temuta pandemia da aviaria «mutata». Test sui topi ne dimostrano una ratio. L’Oms, in mancanza d’altro, ci crede. Studi sugli uomini danno risultati contrastanti. Ma, nonostante i dubbi, viene «stoccato» con il suo «analogo» Relenza come arma per l’emergenza pandemia. Ma è sicuro? Troppo poco usato perché la rete mondiale della farmacovigilanza possa rispondere. Solo dal Giappone, il Paese dove il Tamiflu è stato più venduto, arriva uno studio che ne collega l’uso alla morte improvvisa di bambini piccoli. Rokuro Hama lo ripete da oltre due anni, sul British Medical Journal ha sottolineato che i bimbi sono deceduti per collasso respiratorio. La Roche presenta studi in sua difesa. Nel dubbio, non è consentito somministrare il Tamiflu ai bambini con meno di un anno. Intanto, Tamiflu porta soldi a palate. Nel 2005 il suo fatturato supera il miliardo di euro e la Roche realizza affari per oltre 22,5miliardi di euro. Il miglior risultato della sua storia. Anche la Gilead gode. Scrive Fortune (novembre 2005): «Grazie alla paura di una pandemia, le azioni Gilead sono passate in sei mesi da 35 a 47 dollari. E il capo del Pentagono ha guadagnato un milione di dollari». Poi nuova flessione... fino alla suina.

(Fonte: Corriere della Sera - di Mario Pappagallo)

sabato 2 maggio 2009

Il de profundis dell'istituto referendario

Com'è noto, voteremo no perché fermamente convinti che una vittoria del sì porterebbe non ad un bipartitismo anglosassone fondato sul rapporto tra eletti e territorio ma ad una sua caricatura; aggiungo che il referendum non porterebbe rimedio alla pessima legge elettorale attuale ma ne aggraverebbe i difetti consentendo l'instaurazione di una sorta di dittatura legalizzata. Ma leggi, obblighi e scadenze costituzionali devono essere da tutti rispettati. La decisione di stamattina, invece, dà il colpo finale allo strumento referendario così come concepito dai nostri padri costituenti. Il processo di svilimento, snaturamento e svuotamento dell'istituto referendario, avviato all'indomani dell'approvazione stessa della Costituzione con i partiti che si sono impadroniti progressivamente del sistema politico-istituzionale, viene così a compimento. La possibilità poi che il ddl per spostare la data sia approvato in commissione in sede deliberante è semplicemente aberrante. Un altro contrappeso, previsto dallo Stato di diritto, viene così spazzato via da un'oligarchia partitocratica autoreferenziale. Dopo le manipolazioni e i stravolgimenti compiuti nel corso degli anni oggi ci tocca vedere destra e sinistra che tutti insieme appassionatamente vanno ad intonare il De Profundis allo strumento referendario."

Dichiarazione di Emma Bonino, vice-presidente del Senato

venerdì 1 maggio 2009

Lavoro

Primo maggio, festa dei lavoratori, ma anche di Aleftav che compie un anno. Auguri! Non avremmo scommesso di arrivarci, un anno fa, quando eravamo solo il rav Di Segni e io a scrivere il nostro pezzettino. Ora siamo in tanti, il compito è più leggero, eppure sento a volte la nostalgia di quando, sei mattine su sette, la mia prima preoccupazione era quella di comunicarvi qualcosa dei miei pensieri e del mio stato d'animo. Oggi, vorrei tanto ricordare che tra gli operai di Milwakee in sciopero per ottenere la giornata lavorativa di otto ore, uccisi dalla polizia nel 1886 e che la festa del 1 maggio commemora, c'erano anche operai ebrei polacchi, quegli ebrei che avevano cominciato ad emigrare negli Stati Uniti agli inizi degli anni Ottanta, che avevano portato nelle Americhe la loro volontà di trasformazione del mondo. Quegli operai ebrei che, a New York come nelle altre grandi città, lottarono, crearono sindacati ebraici, giornali, e fecero tutt'uno del loro lavoro, della loro identità ebraica, della loro spinta verso il cambiamento.

Anna Foa, storica