giovedì 23 maggio 2013

Ci mancherai




Accoglienza vuol dire costruire dei ponti e non dei muri.

Don Andrea Gallo

lunedì 20 maggio 2013

MASSIMO D' ANTONA

Uno studioso al servizio dello Stato

di Marco Biagi


Ognuno di noi ha un personale ricordo di Massimo D’Antona. Il mio riguarda un comune impegno in una serie di attivita` collegate alla nostra collaborazione presso alcuni Ministeri. All’inizio dell’anno avevamo preparato, in pratica a quattro mani, una bozza di revisione della legge 146 sullo sciopero nei servizi essenziali. Erano state settimane intense, di contatti con le parti sociali e con il Ministro per la Funzione Pubblica. Piu` recentemente avevamo iniziato a lavorare assieme per il Ministro dei Trasporti a un progetto in tema di azionariato dei dipendenti. Al Ministero del Lavoro ci eravamo trovati spesso a collaborare al Piano Nazionale dell’occupazione del 1999. Mi riferisco ai contatti piu` recenti con Massimo, anche se ci frequentavamo da moltissimi anni.
In questo periodo piu` recente ho conosciuto da vicino Massimo D’Antona nella sua veste di studioso al servizio dello Stato. Sulle sue qualita` scientifiche non mi soffermo perche ́ altri potranno parlarne assai meglio di me. Preferisco ricordare la sua straordinaria capacita` di porre doti non comuni di ricercatore al servizio dello Stato. Da molti anni Massimo coltivava questo genere di collaborazione. Avendo avuto un’esperienza simile, anche se assai piu` recente e di inferiore livello di responsabilita`, ho apprezzato il suo grande stile nel collaborare con Ministri e comunque responsabili politici del processo decisionale. Non rinunciava mai a segnalare gli aspetti anche piu` sgradevoli, sapendo pero` suggerire sempre soluzioni concrete. Insomma, Massimo non e` mai stato un consigliere del principe, ma un vero servitore dello Stato. Questo spiega la circostanza davvero eccezionale, per cui in tanti Ministri si siano rivolti a lui in diversi Governi.
Ho davvero ammirato Massimo per l’equilibrio e lo stile nel condurre trattative non facili con le parti sociali. L’ho visto da vicino quando nello spazio di poche ore riusciva a predisporre soluzioni anche tecnicamente complesse a problemi insorti improvvisamente. Sono rimasto colpito della grande versatilita` che gli consentiva di offrire un parere, di progettare una soluzione su temi anche lontani tra loro: dal mondo del pubblico impiego, alle complesse relazioni sindacali del settore dei trasporti, fino al piu` recente approdo ad un ruolo di regista dell’applicazione delle ultime intese concertative. Massimo affrontava tutto con un senso dello Stato davvero innato: non la semplice mediazione, ma la ricerca dell’interesse pubblico. Forse anche per questo l’hanno ucciso. Certo anche per questo rimarra` un modello per tutti coloro che ancora hanno a cuore lo sviluppo di uno Stato moderno ed efficiente. Massimo si e` battuto per questi ideali. Spetta a noi continuare in questo sforzo nel suo ricordo e nel suo nome.