sabato 28 agosto 2010

APPELLO PER L’UNINOMINALE


PER

ottenere finalmente anche nel nostro Paese quella stabilità e certezza delle leggi elettorali che gli standard democratici internazionali raccomandano e in qualche misura esigono,

approdare a una riforma elettorale effettiva, durevole e orientata nel senso del collegio uninominale indicato in modo nettissimo dagli italiani a grande maggioranza nel referendum del 1993, poi in larga parte disatteso dal legislatore,

adottare finalmente anche in Italia un sistema elettorale ispirato ai modelli sperimentati ormai da secoli in regimi civili – quali quelli anglosassoni – che si sono rivelati tra i più fecondi sul piano della democrazia, della sicurezza e del benessere dei propri cittadini,

dare agli elettori la piena libertà, l’effettivo pieno potere e la piena responsabilità di scegliere il Governo e gli eletti, assicurando un rapporto personale efficace dell’eletto con chi lo elegge,

promuovere in questo modo, al tempo stesso, l’autonomia della società civile e la laicità dello Stato, intesa come metodo indispensabile di cooperazione per il bene comune tra persone di fedi o ideologie diverse,

ridurre il costo delle campagne elettorali e tagliare il costo – divenuto insostenibile – delle rendite che gli apparati dei partiti si assegnano quando si consente loro di assumere la funzione di tramite tra i cittadini e i parlamentari,

ti invitiamo a sostenere l'ASSOCIAZIONE PER L’UNINOMINALE versando un contributo di (almeno! :-) 2 euro:

Primi firmatari dell'appello
•Pietro Ichino, giuslavorista nell’Università di Milano, senatore PD
•Mario Baldassarri, economista, senatore FLI
•Alfredo Biondi, avvocato, già Vice Presidente della Camera
•Antonio Bonfiglio, Sottosegretario di Stato alle Politiche agricole e forestali
•Emma Bonino, Vice Presidente del Senato
•Marco Cappato, Segretario dell’Associazione Luca Coscioni
•Stefano Ceccanti, costituzionalista nell'Università "La Sapienza" di Roma, senatore PD
•Umberto Croppi, Assessore alla Cultura del Comune di Roma
•Sergio D’Elia, Segretario di Nessuno Tocchi Caino
•Franco Debenedetti, economista, opinionista
•Benedetto Della Vedova, deputato FLI
•Stefano De Luca, Segretario del Partito Liberale Italiano
•Michele De Lucia, Tesoriere di Radicali italiani
•Giuseppe Di Federico, processualista nell'Università di Bologna
•Salvo Fleres, senatore PDL
•Jas Gawronski, giornalista, parlamentare europeo PPE
•Roberto Giachetti, deputato PD
•Maria Ida Germontani, senatrice FLI
•Domenico Gramazio, senatore PDL
•Giovanni Guzzetta, Professore di Istituzioni di diritto pubblico, Università di Tor Vergata, Roma
•Ignazio Marino, chirurgo, senatore PD
•Antonio Martino, economista, deputato PDL
•Enrico Morando, senatore PD
•Magda Negri, senatrice PD
•Francesco Nucara, segretario del Partito Repubblicano Italiano, deputato Gruppo Misto
•Federico Orlando, politico e giornalista, condirettore di Europa
•Tullio Padovani, penalista, Scuola Superiore di Studi Universitari Sant’Anna di Pisa
•Angelo Panebianco, politologo nell’Università di Bologna, saggista e opinionista
•Marco Pannella, Partito radicale transnazionale
•Gianfranco Pasquino, politologo nell’Università di Bologna
•Mario Patrono, professore di diritto pubblico e di diritto comunitario, Università La Sapienza di Roma
•Mario Pepe, deputato PDL
•Stefano Rolando, saggista, economista nell'Università IULM
•Nicola Rossi, economista nell’Università di Tor Vergata - Roma, senatore PD
•Michele Salvati, economista nell’Università di Milano, opinionista
•Carlo Scognamiglio, economista, già Presidente del Senato
•Mario Staderini, segretario di Radicali italiani
•Sergio Stanzani, già senatore, Presidente del Partito radicale transnazionale
•Marco Taradash, Consigliere regionale della Toscana, PDL
•Giorgio Tonini, Senatore PD
•Silvio Viale, medico, direzione Associazione Luca Coscioni
•Valerio Zanone, già segretario del Partito liberale

Hanno inoltre già aderito i Parlamentari della Delegazione Radicale nel gruppo del PD e i Consiglieri regionali del Lazio Marco Beltrandi, Rita Bernardini, Maria Antonietta Farina Coscioni, Matteo Mecacci, Marco Perduca, Donatella Poretti, Maurizio Turco, Elisabetta Zamparutti; i Consiglieri regionali del Lazio Rocco Berardo e Giuseppe Rossodivita; e Mina Welby.

SOSTENGONO L'INIZIATIVA ANCHE:
Antonio Baldassarre, Presidente emerito della Corte costituzionale
Mario Barbi, deputato PD
Franca Chiaromonte, senatrice PD
Tiziana Maiolo, giornalista e politica
Pier Fausto Recchia, deputato PD
Adolfo Urso, Vice Ministro allo Sviluppo economic

venerdì 27 agosto 2010

LA VIOLENZA


"La violenza verbale, malgrado i suoi rischi molto gravi, lascia all’essere umano l’ integrità fisica, l’ intelligenza, la dignità, la libertà, una scelta: silenzio, risposta. La violenza fisica ha invece qualcosa di irrimediabile, perché toglie il suo statuto di dignità e di libertà all’essere umano". (Emmanuel Levinas)

mercoledì 25 agosto 2010

Emergenza Alluvioni Pakistan


Le inondazioni in Pakistan hanno determinato una grave emergenza umanitaria. La difficoltà di accesso ad acqua pulita e le scarse condizioni igieniche stanno provocando seri rischi di salute, come l’aumento dei casi di colera. Medici Senza Frontiere, operativa nel Paese già da 10 anni, con diversi progetti è potuta intervenire immediatamente.

A 3 settimane dalle alluvioni, grazie al lavoro di 1.126 operatori umanitari:

> abbiamo inviato più di 110 tonnellate di medicinali, kit per il trattamento del colera e per la potabilizzazione dell’acqua;

> abbiamo effettuato oltre 14.302 consultazioni mediche, di cui una buona parte tramite 9 cliniche mobili;

> abbiamo distribuito 8.938 kit di prima necessità e kit igienici a oltre 62.000 persone e 4.700 tende distribuiamo ogni giorno oltre 480.000 litri d’acqua potabile alle comunità colpite dalle alluvioni.

La situazione rimane estremamente difficile per milioni di persone, la prevenzione delle malattie trasmesse dall’acqua contaminata è la massima priorità per Medici Senza Frontiere.

Abbiamo bisogno anche del tuo aiuto per fronteggiare l’emergenza, DONA ORA>>

Grazie per il sostegno che potrai darci.

Kostas Moschochoritis
Direttore Generale
Medici Senza Frontiere Italia

domenica 22 agosto 2010

Repressione


Secondo il Next Web - Medio Oriente, citando il sito Ammannet, uno studente giordano di ingegneria informatica,Imad Al- Ash, è stato arrestato a febbraio, e condannato il 13 luglio scorso, dalla corte di sicurezza dello stato a due anni di carcere con l'accusa di lesa maestà per l'invio di un messaggio istantaneo (Instant Message) ad suo amico. Il messaggio conterebbe parole che " insultano l' entità suprema " Sua Maestà il re Abdullah di Giordania. Tra le accuse ci sono le affermazioni fatte partecipando ad un forum online, e che a detta dei giudici esprimono "controverse opinioni religiose".

Secondo una dichiarazione fornita dal padre di Imad AL-Ash al sito Ammannet, lo studente universitario è stato sottoposto a tortura durante i cinque mesi di indagine svolta dai servizi di sicurezza ed è stato costretto a confessare crimini che non ha mai commesso.

giovedì 12 agosto 2010

STOP ALLA TRATTA DELLE SCHIAVE


A tutta la comunità di Avaaz e non solo.

Un trattato internazionale vincolante è la migliore arma che abbiamo contro la tratta delle schiave del sesso. Con la firma della Russia verrebbe meno uno degli assi portanti di questo orrore disumano: dobbiamo ottenere un milione di firme per chiedere al Primo ministro Putin di firmare il trattato e di proteggere le ragazze come Oxana:


Abbiamo appena ricevuto questo appello struggente da un membro di Avaaz (Nicolai padre di Oxana - nella foto):

"Mia figlia Oxana era una ragazza bellissima e particolarmente dotata per le lingue straniere. E' andata via di casa quando aveva 20 anni per inseguire il suo sogno di fare la traduttrice in Europa. Eravamo così felici per lei. Tre settimane dopo la polizia ci ha detto che era morta cadendo dal quinto piano di un palazzo, mentre cercava di scappare dagli uomini che l'avevano tratta in inganno in Europa e costretta a prostituirsi in un night club. Sono morto insieme a lei. Ora vivo soltanto per evitare che altre ragazze facciano la stessa fine di mia figlia. Aiutatemi."

Oxana è stata uccisa da un'industria che sta crescendo in tutto il mondo: la tratta delle schiave del sesso. Gran parte della tratta riguarda ragazze prese in Russia e mandate in Europa e negli Stati Uniti, dove ogni giorno subiscono stupri e atrocità di ogni genere.

Possiamo fermare questo abominio. Una nuova convenzione internazionale richiede leggi stringenti per fermare la tratta delle schiave: il padre di Oxana, Nikolai, si è rivolto al Primo ministro russo Putin per chiedergli di firmarla, in modo che anche la Russia aderisca a questa convenzione. Putin va molto fiero della sua immagine di uomo forte e sostenitore dell'ordine: possiamo convincerlo che potrebbe essere l'occasione giusta per ergersi a difensore di tutte le donne russe. Il nostro obiettivo è di ottenere nel giro di pochi giorni 1 milione di firme, che vadano ad aggiungersi a quella di Nicolai, per convincere Putin ad agire. Clicca sotto per firmare e inoltra questa email a quante più persone conosci - combattiamo questo orrore disumano con 1 milione di ragioni per sperare ancora:

http://www.avaaz.org/it/russia_rape_trade_putin/?vl

La Convenzione del Consiglio di Europa sulla Lotta Contro la Tratta di Esseri Umani stabilisce stringenti standard legislativi per combattere i criminali che gestiscono la tratta. Se la Russia firmasse la convenzione potrebbe salvare migliaia di ragazze ogni anno.

Il risultato sarebbe una falla nella tratta globale delle schiave, di cui la Russia è una chiave di volta. Ogni anno sono 50.000 le ragazze costrette a prostituirsi in Europa, e la Russia è il crocevia fra l'Asia e l'Europa. Se Putin venisse personalmente coinvolto nella vicenda potrebbe prendere provvedimenti seri grazie all'aiuto delle autorità russe, mandando così un segnale forte contro le organizzazioni criminali. Mandiamo tutti insieme quel segnale per Oxana, suo padre, e le milioni di ragazze nella sua situazione:

http://www.avaaz.org/it/russia_rape_trade_putin/?vl

Gran parte dei problemi globali nascono per soddisfare gli interessi di alcuni centri di potere, come ad esempio il crimine organizzato, e spesso si consolidano perché il resto del mondo fa finta di non vedere. Se ci faremo sentire, potremo convincere Putin e la Russia a unirsi a noi, e insieme potremo scrivere l'ultimo capitolo della tragica storia di Oxana e di suo padre: un capitolo di speranza.

Con gratitudine per tutto quello che questa fantastica comunità rende possibile,

Ricken, Alice, Emma, Ben, Maria Paz, Philippe e tutto il team di Avaaz.

domenica 8 agosto 2010

SAKINEH ASHTIANI


Sakineh Ashtiani potrebbe essere giustiziata in Iran per adulterio proprio in questi giorni, ma ci sono due uomini che possono ancora salvarla: i leader di Brasile e Turchia.

Il Presidente Lula e il Primo ministro Erdogan sono importanti alleati dell'Iran, paese in cui godono di un grande rispetto, e ambedue hanno stigmatizzato il caso. Dobbiamo fare in modo che usino tutti i loro mezzi diplomatici per convincere l'Iran a liberare Sakineh e a fermare le lapidazioni per sempre.

Avaaz sta lanciando una campagna sui principali giornali turchi e brasiliani per chiedere ai due paesi di fare pressione sull'Iran affinché prevalgano l'umanità e la giustizia. Le inserzioni che pubblicheremo sui giornali pubblicizzeranno il mezzo milione di firme che abbiamo già raccolto, saranno lette dagli addetti ai lavori e si rivolgeranno direttamente alla leadership e all'autorità morale esercitate da Lula e Erdogan. Se anche solo 5000 di noi doneranno una piccola somma nelle prossime 72 ore, riusciremo a farci sentire prima che sia troppo tardi. Questa potrebbe essere l'ultima speranza per Sakineh - clicca qui per dare il tuo contributo

https://secure.avaaz.org/it/save_sakinehs_life/?vl

Quella di Sakineh è stata una sentenza farsa. E' stata condannata a morte per lapidazione per presunte relazioni extraconiugali, nonostante suo marito sia morto anni fa, la lapidazione sia illegale e nonostante lei non fosse in grado di parlare la lingua del processo. I suoi due figli hanno lanciato una campagna per salvarle la vita che ha generato un'indignazione mondiale, compresi i 554.000 membri di Avaaz. Con questa pressione addosso, il governo iraniano ha revocato la lapidazione, ma la condanna a morte ancora persiste.

Tutta questa attenzione, inoltre, ha innervosito il regime iraniano, che ha minacciato di arrestare i suoi figli, mentre l'avvocato di Sakineh si è dovuto nascondere ed è stato successivamente catturato in Turchia e sua moglie è tenuta ostaggio in Iran senza nessun capo d'imputazione.

Ma Lula e Erdogan godono di un grande rispetto in Iran e possono influenzare il regime. E loro ci ascoltano. Lula aveva inizialmente detto che non si sarebbe interessato del caso. Ma dopo che un suo assistente lo ha informato dell'enorme campagna on-line in corso, ha cambiato idea: dapprima ha offerto asilo politico a Sakineh, poi ha suggerito alle autorità iraniane di annunciare che il caso si sarebbe risolto velocemente. Sappiamo inoltre che Lula presta molta attenzione alle campagne di Avaaz: nonostante una forte opposizione nel paese, quest'anno i membri in Brasile sono riusciti a convincerlo a firmare due leggi, una che protegge l'Amazonia e un'altra contro la corruzione.

Nelle ultime due settimane oltre 554.000 di noi hanno firmato la petizione per salvare Sakineh e per fermare le lapidazioni in Iran. Ci sono rimasti pochissimi giorni per convincere Lula e Erdogan a prendere in mano la situazione: potrebbe essere l'ultima nostra speranza per salvare Sakineh. Diamo tutti un piccolo contributo e facciamo sì che ascoltino il nostro appello e agiscano:

https://secure.avaaz.org/it/save_sakinehs_life/?vl

Il caso di Sakineh ha indignato il mondo intero per la sua incredibile brutalità e ingiustizia. Ma nella nostra battaglia per una donna ci stiamo battendo anche per tutte le donne, e per le persone in generale. Nel difendere un singolo essere umano difendiamo il diritto di tutti ad essere sottoposti a una giustizia equa.

I figli di Sakineh hanno lanciato un ultimo appello: "Non permettete che il nostro incubo diventi realtà. Proprio oggi, quando ogni speranza sembra perduta, ci rivolgiamo a voi. Aiutate nostra madre a ritornare a casa!". Clicca qui per rispondere alla loro richiesta di aiuto, e fai sì che anche Lula e Erdogan facciano lo stesso:

https://secure.avaaz.org/it/save_sakinehs_life/?vl

Con speranza e determinazione,

Alice, Pascal, Alice W, Ricken, David, e tutto il Team di Avaaz

sabato 7 agosto 2010

Elena Kagan terza donna alla Corte Suprema


Elena Kagan è stata confermata dal Senato con 63 voti favorevoli e 37 contrari e diviene così il centododicesimo giudice della Corte Suprema degli Stati Uniti e la terza donna ad assumere la carica. La Kagan sostituisce il giudice John Paul Stevens, nominato dal presidente Gerald Ford nel 1975 e andato in pensione il 29 giugno 2010 dopo trentacinque anni di servizio. La notizia le è arrivata dalla televisione, mentre seguiva il voto con i suoi colleghi del dipartimento di Giustizia, nella sala conferenze del procuratore generale degli Stati Uniti. L'ex preside della facoltà di legge di Harvard, a cui molti repubblicani imputavano la colpa di non avere esperienza come giudice e che veniva accusata di non poter essere imparziale nelle decisioni dato il suo spirito liberal, raggiunge così Ruth Ginsburg, in carica dal 1993, e Sonya Sotomayor, nominata dallo stesso presidente Barack Obama un anno fa. Oltre ad essere stata la prima donna alla guida della facoltà di legge di Harvard e procuratore generale degli Stati Uniti dal 2009 al 2010, a cinquanta anni diventa ora il giudice più giovane della Corte. Un curriculum eccellente, caratterizzato da una carriera accademica di successo: studi a Princeton, Oxford e poi alla Law School di Harvard, cominciando a insegnare alla Law School della University of Chicago. Nel 1999 divenne consigliere legale dell'allora presidente Bill Clinton. Per i democratici la nomina di Kagan dovrà controbilanciare la maggioranza conservatrice che ha dominato le decisioni della Corte negli ultimi anni. Il presidente Obama, ha espresso la propria soddisfazione per la nuova vittoria politica, spiegando che la conferma di Kagan rappresenta l'affermazione del suo carattere e del suo temperamento da giudice e specificando che l'entrata alla Corte Suprema di un'altra donna è un segno di progresso per il paese.