sabato 2 maggio 2009

Il de profundis dell'istituto referendario

Com'è noto, voteremo no perché fermamente convinti che una vittoria del sì porterebbe non ad un bipartitismo anglosassone fondato sul rapporto tra eletti e territorio ma ad una sua caricatura; aggiungo che il referendum non porterebbe rimedio alla pessima legge elettorale attuale ma ne aggraverebbe i difetti consentendo l'instaurazione di una sorta di dittatura legalizzata. Ma leggi, obblighi e scadenze costituzionali devono essere da tutti rispettati. La decisione di stamattina, invece, dà il colpo finale allo strumento referendario così come concepito dai nostri padri costituenti. Il processo di svilimento, snaturamento e svuotamento dell'istituto referendario, avviato all'indomani dell'approvazione stessa della Costituzione con i partiti che si sono impadroniti progressivamente del sistema politico-istituzionale, viene così a compimento. La possibilità poi che il ddl per spostare la data sia approvato in commissione in sede deliberante è semplicemente aberrante. Un altro contrappeso, previsto dallo Stato di diritto, viene così spazzato via da un'oligarchia partitocratica autoreferenziale. Dopo le manipolazioni e i stravolgimenti compiuti nel corso degli anni oggi ci tocca vedere destra e sinistra che tutti insieme appassionatamente vanno ad intonare il De Profundis allo strumento referendario."

Dichiarazione di Emma Bonino, vice-presidente del Senato

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