Oggi è il ventiquattresimo anniversario del disastro di Cernobyl. Dieci attivisti con tute bianche e maschere antigas hanno portato una mostra fotografica a Montecitorio, per sottolineare le conseguenze dell'incidente.
Il 26 aprile 1986 a Cernobyl si verificò il più grave incidente nucleare della storia, con una violenta esplosione che rilasciò in atmosfera cento volte la radioattività sprigionata dalle bombe atomiche sganciate su Hiroshima e Nagasaki. La nube radioattiva arrivò fino in Europa Centrale e in Italia.
A ventiquattro anni da Cernobyl, la propaganda filo-nucleare continua a sottostimare gli effetti della tragedia di Cernobyl e il numero dei morti causati dall'incidente: parla di soli 65 morti, riferendosi a malapena al numero dei lavoratori e soccorritori morti in seguito all'esplosione.
L'Accademia Russa delle Scienze dimostra, però, che anche le stime del Cernobyl Forum - che indicavano novemila morti - erano state troppo caute e che i morti dovuti all'incidente di Cernobyl sono oltre duecentomila.
Nel 1987, l'anno dopo Cernobyl, oltre l'80% dei cittadini italiani ha votato contro il nucleare. In seguito all'esito dei tre referendum proposti, tutte le centrali nucleari in Italia furono chiuse.
Oggi il Governo intende imporre all'Italia il nucleare e si prepara a una campagna di disinformazione sui rischi e i costi di questa pericolosa tecnologia. Così, non solo dimostra di non curarsi della volontà espressa dai cittadini, ma anche di non avere imparato nulla dagli errori passati.
Le centrali francesi EPR che il governo vorrebbe far costruire in Italia sono state dichiarate carenti nel sistema di controllo dalle autorità di sicurezza francese, britannica e finlandese. Inoltre, secondo i documenti resi noti dall'associazione francese "Sortir du nucleaire", potrebbero essere pericolose quanto quella di Cernobyl, perché sottoposte al rischio di analoghi incidenti
Le foto della mostra di Robert Knoth sul disastro di Chernobyl
(Fonte: Greenpeace)
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