Cari amici,
vi è un legame speciale fra Palden Gyatso e l’Italia (legame che ho anch’io!).
Palden ha trascorso 33 anni nelle carceri cinesi. Per la sua liberazione, Amnesty International lanciò una campagna internazionale e la Sezione italiana lo adottò come prigioniero di coscienza. Paolo Pobbiati, già presidente della Sezione italiana di Amnesty International ha scritto una significativa introduzione in occasione dell’uscita nei cinema giapponesi di Fire Under the Snow. Nel 2006 sono stata a Torino per filmare Palden nel corso dello sciopero della fame effettuato durante le Olimpiadi invernali. Usando questo evento così simbolico e fortemente mediatico, cercava di attirare l’attenzione pubblica sull’assegnazione dei Giochi Olimpici del 2008 a Pechino. Il Vicepresidente del Comitato Olimpico Internazionale Mario Pescante si è recato nel luogo dove si svolgeva lo sciopero della fame per richiederne l’interruzione, ma ha rivelato la sua impotenza dalla posizione che lui ricopriva. Abbiamo ripreso la dedizione di Palden per la sua causa, l’attenzione rivolta ai giovani tibetani in sciopero della fame accanto a lui, e il suo commosso ricordo dei compagni scomparsi. Mentre giravo il documentario, ho incontrato dei fantastici attivisti italiani che mi hanno fatta sentire a casa, in un momento in cui mi sentivo sola e agitata. Mi hanno anche portato nella migliore pizzeria di Torino (mentre Palden faceva lo sciopero della fame!) e abbiamo pianto sul tavolo pieno di pizze, al pensiero degli scioperanti. Ho anche incontrato meravigliosi tibetani impegnati lì come volontari, e nel “Making of di Fire Under the Snow" che è incluso nella speciale edizione del DVD potrete vedere come i volontari avessero bisogno di “nutrirsi di cibo”, durante lo sciopero della fame.
Dopo l’uscita del film, nel 2008, siamo stati invitati a presentarlo al festival Cinemambiente, e Palden ed io ci siamo ritrovati di nuovo a Torino. Devo assolutamente dire che è stato il più bel festival di cinema a cui abbiamo mai partecipato. Invitare Palden è assai complicato, perché ha bisogno di visti speciali per qualsiasi posto dove si rechi (non ha un passaporto, ma un attestato di rifugiato). Nonostante ciò lo staff di Cinemambiente si è preso davvero a cuore la questione, e ha tempestato di fax e telefonate il Consolato italiano a New York, per convincerli ad accelerare la procedura del visto. Abitualmente i festival non si prendono così tanta cura degli ospiti, ma a Cinemambiente siamo stati trattati come parte della famiglia! Alla festa di chiusura ho persino pianto..
Ecco perché, davvero, devo qualcosa all’Italia. E come espressione di gratitudine per i miei amici di Torino e della Sezione italiana di Amnesty, ho previsto un prezzo “molto” speciale ($18, abitualmente sarebbe $24) più i costi di spedizione ($6, contro gli abituali $8.98) solo per gli acquirenti Italiani, spedendo io le copie direttamente dall’ufficio postale. La transazione attraverso paypal garantisce sicurezza, potete usare una carta di credito italiana e la transazione potrà essere fatta in italiano.
Come potrete immaginare, non è stato facile fare questo film e distribuirlo in giro per il mondo. Ho accumulato dei debiti che devo ancora saldare, ma sono così felice che ora sia disponibile in versione PAL in varie lingue europee.
Vi sarei molto grata se poteste far girare la voce. Informate dell’uscita del DVD i vostri amici in Francia, Germania, Gran Bretagna, oltre che in Italia, raccomandando di non perderselo! Spero, entro novembre, di essere diventata la cliente più noiosa di tutto l’ufficio postale, con le lunghe file in attesa che causerò tutti i giorni con le mie spedizioni!
Per concludere, ritengo che la storia della vita di Palden vada al di là di movimenti politici o del concetto di religione, ma parli dell’intera condizione umana. Lui si è piegato alla sofferenza ma non si è arreso; questa non è solo la sua vittoria, è una storia che deve essere raccontata ad ogni nuova generazione. Il dolore e la guerra dei nostri giorni e nelle nostre menti rende tutto questo ancora più evidente.
Credo fortemente che questo film possa portare qualche goccia di speranza a coloro che lo guarderanno.
Grazie,
Makoto Sasa
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