Quarantaquattro minuti, tanto è durato il discorso di accettazione della candidatura di Barack Obama alla convention di Denver.
Un discorso che voleva toccare il cuore dell’elettorato democratico e non solo, scandito da alcune parole chiave. Sogno, cambiamento, responsabilità, speranza.
Toni decisi per un discorso a tratti emozionante.
In breve e alla rinfusa.
Condanna della guerra in Iraq, annuncio della necessità del ritiro delle truppe americane, condanna della politica di Bush in Iraq e Afghanistan necessità della lotta al terrorismo, il tutto sintetizzabile in una frase: ” impegno per le minacce reali del futuro e non per quelle ideologiche del passato.”
Forte taglio delle tasse per il ceto medio.
In 10 anni eliminazione della dipendenza dal petrolio del Medio Oriente, investimenti per 50 milioni di dollari per le energie alternative con la creazione di 5 milioni nuovi posti di lavoro.
Istruzione per ogni bimbo americano senza discriminazioni, investire sugli insegnanti pagandoli meglio, migliori standard educativi.
Garantire l’assistenza sanitaria a chi non c’è l’ha e migliorare la qualità dell’assistenza per quanti né usufruiscono, basta con le speculazioni delle assicurazioni.
Timido accenno a una politica che non favorisca la lobby delle armi.
Lotta all’evasione fiscale, migliorare la burocrazia per rispondere alle esigenze del 21° secolo.
Nessuna discriminazione per gli omosessuali, nessuna posizione sul matrimonio omosessuale ma certezza dei diritti.
Forte critica al suo rivale per la Casa Bianca e agli otto anni di amministrazione Bush, forte richiamo alle icone democratiche del passato Roosevelt, Kennedy.
Sogno, speranza e responsabilità contrapposta alla politica della paura e dell’incapacità, sintetizzabile in una frase: ”se non c’è nulla per cui correre ci s’inventa qualcosa da cui scappare.”
Benedizione finale per tutti.
Da qui al 4 novembre sarà interessante seguire le mosse di un uomo che si ripromette di cambiare i destini degli americani e non solo.
“I have a dream”… ripartiamo da qui.
1 commento:
che sia l'uomo del cambiamento? se dovesse diventare il presidente, sarebbe una grande scossa non solo per il mondo ma anche per gli stessi stati uniti e la sua mentalità puritana.
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