domenica 3 maggio 2009

Strane influenze

Nelle farmacie a ruba il medicinale che la ricerca stroncò come inefficace.
Brevettato nell’azienda di Rumsfeld e poi ceduto, è rinato con l’aviaria.

Dei farmaci antivirali in commercio due sono le molecole che risulterebbero efficaci nel bloccare la replicazione del virus A/H1N1 aviario-suino-umano quando infetta l’organismo: lo zanamivir (Relenza, Glaxo) e l’oseltamivir (Tamiflu, Roche). Tutti i governi ne stanno stoccando milioni di dosi e l’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) avrebbe a disposizione circa 5.125 milioni di trattamenti. È stata la Roche a «donarli» tra il 2004 e il 2006. Si chiama «scorta di risposta rapida» per fronteggiare le emergenze. In particolare nei Paesi in via di sviluppo. Nonostante le rassicurazioni dei governi, però, questi farmaci cominciano a sparire dalle farmacie. Corsa all’accaparramento? Forse. Ma attenzione: sarebbe dannoso assumerli senza motivo. Per prevenzione. Guido Rasi, direttore generale dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), avverte: «Questi farmaci non sono efficaci in via preventiva (agiscono bloccando il virus quando è già presente nell’organismo, ndr) e si rischia di favorire la resistenza dei virus». Si spunterebbero le uniche armi in attesa del vaccino. Intanto la Borsa premia le aziende produttrici. Per la Roche, con il Tamiflu, si ripete quanto accaduto nel 2005 con l’aviaria. Un boom dopo che il farmaco stava per finire nel cassetto. La storia del Tamiflu è unica: una molecola la cui efficacia e sicurezza è stata sempre oggetto di dubbi che diventa una «gallina dalle uova d’oro». L’oseltamivir viene scoperto nel 1994 dai ricercatori della Gilead sciences, biotech californiana. Di casa alla Gilead è l’ex segretario di Stato americano Donald Rumsfeld: ne è stato direttore dal 1988, presidente del consiglio di amministrazione dal 1997 al 2001, ne è tuttora azionista. Nel 1996 Gilead cede a Roche i diritti della molecola in cambio del 10% sul venduto. Il farmaco arriva sulmercato nord-americano e svizzero nel 1999-2000, nella maggior parte dei Paesi europei fra il 2002 e il 2003. L’Italia aspetta: buon ultima ne approva la commercializzazione solo nel 2006, dopo l’allerta aviaria. L’indicazione iniziale è «influenza stagionale». Di qui il «flop». Deve essere assunto entro 48 ore dalla comparsa dei primi sintomi per ridurre la malattia al massimo di un giorno e mezzo. Troppo poco e troppo costoso per competere con aspirina, latte emiele. Roche ipotizza perfino di metterlo nel cassetto. Molti esperti dubitavano perfino dell’efficacia del farmaco. Fioccano le stroncature. Fino al rilancio come arma contro la temuta pandemia da aviaria «mutata». Test sui topi ne dimostrano una ratio. L’Oms, in mancanza d’altro, ci crede. Studi sugli uomini danno risultati contrastanti. Ma, nonostante i dubbi, viene «stoccato» con il suo «analogo» Relenza come arma per l’emergenza pandemia. Ma è sicuro? Troppo poco usato perché la rete mondiale della farmacovigilanza possa rispondere. Solo dal Giappone, il Paese dove il Tamiflu è stato più venduto, arriva uno studio che ne collega l’uso alla morte improvvisa di bambini piccoli. Rokuro Hama lo ripete da oltre due anni, sul British Medical Journal ha sottolineato che i bimbi sono deceduti per collasso respiratorio. La Roche presenta studi in sua difesa. Nel dubbio, non è consentito somministrare il Tamiflu ai bambini con meno di un anno. Intanto, Tamiflu porta soldi a palate. Nel 2005 il suo fatturato supera il miliardo di euro e la Roche realizza affari per oltre 22,5miliardi di euro. Il miglior risultato della sua storia. Anche la Gilead gode. Scrive Fortune (novembre 2005): «Grazie alla paura di una pandemia, le azioni Gilead sono passate in sei mesi da 35 a 47 dollari. E il capo del Pentagono ha guadagnato un milione di dollari». Poi nuova flessione... fino alla suina.

(Fonte: Corriere della Sera - di Mario Pappagallo)

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