Si festeggia il 25 aprile non per ripetere ciò che accadde quel giorno, ma per segnare cosa vuol dire essere liberi. Non solo. Ma anche per ricordarsi, e ricordare a chi fa spallucce, che c’era il totalitarismo in Italia e come sia sempre difficile sottrarsi al suo fascino magnetico andando a “cercare la bella morte” come recitava uno slogan di cui erano orgogliosi coloro che entusiasticamente aderirono convinti a quel totalitarismo. Uno slogan che dimostra che la scelta di testimoniare col sacrificio del proprio corpo la fedeltà a una causa non è il marchio né esclusivo né originario di un sistema di fede specifico. Comunque che non nasce in Oriente, ma che, come molte altre cose, anche noi, proprio qui, c’abbiamo messo del nostro.
di David Bidussa, storico sociale delle idee
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