Sono almeno 546 le persone giustiziate in Iran nel 2010, tra queste due minori e almeno 8 donne.
A rivelarlo è il Rapporto annuale stilato dalla Ong internazionale Iran Human Rights (Ihr) e presentato oggi in una conferenza stampa ad Oslo in Norvegia.
Secondo il documento si tratta del numero più alto di esecuzioni dal 2000 ad oggi. Un numero che, per il portavoce della Ong, Mahmood Amiry-Moghaddam, «è destinato a crescere nel 2011, superando di gran lunga il livello di allarme. Diversi prigionieri politici e non politici sono in imminente pericolo di esecuzione».
Delle 546 esecuzioni riportate nel rapporto, «solo il 57% è stato confermato da fonti ufficiali» mentre i restanti casi sono stati riferiti «da fonti interne all'Iran, tra cui diverse organizzazioni per i diritti umani», ha precisato Ihr.
Gran parte delle esecuzioni non confermate ufficialmente ha avuto luogo nella provincia del Razavi Khorasan - nell'Iran nordorientale - in particolare nel penitenziario della città di Mashhad. Lì, secondo fonti interne al carcere, nel solo periodo di febbraio-aprile sono stati giustiziati 50 prigionieri. Mentre, in tutto il Paese, il mese con il più alto numero di casi è stato quello di agosto, quando circa 200 persone sono stare messe a morte.
Il 66% dei giustiziati era stato accusato di traffico di droga, mentre il 13% era stato arrestato con l'accusa di essere «nemico di Dio, ovvero coinvolto in scontri armati contro le autorità».
L'Ong ha evidenziato che solo nel 32% dei casi le autorità hanno fornito nome e cognome di chi è stato messo a morte. Rispetto al 2009, sono state giustiziate quasi 150 persone in più e - è l'allarme di Ihr - nel 2011 potrebbe andare ancora «peggio» visto che nel mese di gennaio già «85 prigionieri» sono stati messi a morte.
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