giovedì 3 febbraio 2011

L'onda lunga della rivoluzione popolare


Milioni di egiziani coraggiosi si trovano di fronte a una scelta che segnerà il loro destino. In migliaia sono stati arrestati, feriti o uccisi nei giorni scorsi. Ma se continueranno le loro proteste pacifiche, potrebbero porre fine a decenni di tirannia.

I manifestanti hanno chiesto la solidarietà internazionale, ma la dittatura è consapevole della potenza dell'unione in momenti come questi, e infatti hanno cercato disperatamente di tagliare le comunicazioni degli egiziani con il resto del mondo e fra di loro spegnendo internet e i cellulari.

Le comunicazioni via satellite e via radio possono però ancora sfondare il blackout imposto dal regime: inondiamo quelle frequenze con un grido enorme di solidarietà per dimostrare agli egiziani che noi siamo dalla loro parte, e che chiederemo ai nostri governi di fare altrettanto. E' un momento decisivo, e ogni ora è cruciale: firma il messaggio di solidarietà.

Il potere dei cittadini si sta diffondendo in tutto il Medio Oriente. Nel giro di pochi giorni i manifestanti pacifici in Tunisia hanno abbattuto una dittatura che durava da 30 anni. Ora le proteste si sono propagate in Egitto, Yemen, Giordania e oltre. Questo potrebbe essere l'abbattimento del muro di Berlino del mondo arabo. Se la tirannia cadrà in Egitto, un'ondata di democrazia potrebbe inondare l'intera regione.


Il dittatore egiziano Hosni Mubarak ha provato ad annientare le manifestazioni. Ma con un coraggio e una determinazione incredibili, i manifestanti non si sono fermati.

Ci sono momenti in cui la storia è scritta non dai potenti, ma dalla gente. E questo è uno di quelli. Le azioni di egiziani comuni nelle ore a venire avranno conseguenze enormi in tutto il paese, nella regione e nel mondo. Salutiamoli con la promessa di stare dalla loro parte in questa battaglia.

La famiglia di Mubarak ha lasciato il paese, ma la scorsa notte ha ordinato ai militari di occupare le strade. Ha minacciosamente promesso tolleranza zero per quello che lui chiama "caos". In ogni caso, la storia sarà scritta nei prossimi giorni. Approfittiamo di questo momento per dimostrare a tutti i dittatori del mondo che non potranno durare a lungo contro il coraggio dei popoli uniti.

Con speranza e ammirazione per gli egiziani,


Ricken, Rewan, Ben, Graziela, Alice, Kien e il resto del team di Avaaz

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