Intorno al decreto legge sulle "associazioni tra cittadini non armate" (più immediatamente definite "ronde") molti hanno espresso il loro sollievo, altri le loro perplessità. E’ sempre azzardato esprimere a priori un giudizio ed è vero che l’onere della prova rimane fondamentale. Non è forse vero che esiste una "guardia civica" (per di più anche armata) in realtà statuali europee, senza che per questo ciò abbia rappresentato la diffusione della violenza privata? Ma è così improprio domandarci: qual è in quelle realtà il senso e la misura della lealtà verso lo Stato? Nessuna forma di partecipazione alla vita pubblica significa una abbassamento del tasso di democrazia in una società. Ma appunto il problema non è il tasso di partecipazione, è l’educazione civica cui allude quella "voglia di partecipazione". E’ così fuori luogo domanderselo?
David Bidussa, storico sociale delle idee
1 commento:
la "voglia di partecipare", il "senso civico", ... dovrebbero manifestarsi con la mancanza di violenza, non con le ronde.
e poi chi ci proteggerà dalle ronde?
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