domenica 22 febbraio 2009

Ronde

Intorno al decreto legge sulle "associazioni tra cittadini non armate" (più immediatamente definite "ronde") molti hanno espresso il loro sollievo, altri le loro perplessità. E’ sempre azzardato esprimere a priori un giudizio ed è vero che l’onere della prova rimane fondamentale. Non è forse vero che esiste una "guardia civica" (per di più anche armata) in realtà statuali europee, senza che per questo ciò abbia rappresentato la diffusione della violenza privata? Ma è così improprio domandarci: qual è in quelle realtà il senso e la misura della lealtà verso lo Stato? Nessuna forma di partecipazione alla vita pubblica significa una abbassamento del tasso di democrazia in una società. Ma appunto il problema non è il tasso di partecipazione, è l’educazione civica cui allude quella "voglia di partecipazione". E’ così fuori luogo domanderselo?

David Bidussa, storico sociale delle idee

1 commento:

Chantilly ha detto...

la "voglia di partecipare", il "senso civico", ... dovrebbero manifestarsi con la mancanza di violenza, non con le ronde.
e poi chi ci proteggerà dalle ronde?