Intorno alla vicenda di Pordenone – l’aggressione a un omosessuale disabile da parte di un gruppo di italiani “orgogliosi”, accaduta a gennaio e diventata notizia nazionale solo mercoledì scorso - ha dominato sovrano il silenzio. Non ha suscitato né voci scandalizzate, né le opinioni dei “professionisti dal ciglio alzato”. Per riepilogare: a Pordenone il 23 gennaio scorso quando avviene la scena dell’aggressione nessuno reagisce eccetto un signore che telefona e chiama le forze dell’ordine. Eguale silenzio, da mercoledì scorso, su tutto il territorio nazionale. Quell’aggredito dunque – a differenza di altri aggrediti - suscitava indifferenza: nel momento dell’aggressione (il 23 gennaio), ma anche dopo, nella seconda metà della settimana scorsa. Nessuno ha chiesto che fosse fatta giustizia, nessuno ha urlato che in assenza di giustizia, si sarebbe fatto giustizia da solo. Perché questa volta è andata così? Non sono stato in grado di trovare una risposta per l’indifferenza del 23 gennaio. Per quella della settimana appena conclusa, visto il peso della notizia e lo spazio di pagine occupato sui giornali, potrei azzardare l’ipotesi, che molti erano in lutto per l’uscita in massa di tutte le squadre dal giro delle coppe europee di calcio e dunque non c’era spazio per ulteriori emozioni.
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