Ricordate le foto delle ragazzine afgane che tornavano a scuola sorridenti nel 2002, dopo la prima fase della guerra in Afganistan, quando i talebani sembravano sconfitti? Ricordo la gioia di quelle immagini, ricordo di averle mostrate alle mie nipotine per far loro capire che andare a scuola poteva essere una libertà grandissima. Sette anni dopo, si succedono le notizie di donne sfregiate con l'acido perché osano andare a lavorare, di bambine assassinate mentre vanno a scuola. L'idea di una sia pur minima uguaglianza fra i sessi è annegata nella violenza più selvaggia. E noi ci facciamo di nuovo poco caso. Come si può discutere, stringere patti, fare contratti economici con chi tiene in catene le sue mogli e le sue figlie? La condizione delle donne nei paesi islamici non appartiene al campo delle usanze, delle differenze culturali, ma a quello dei diritti umani essenziali. La tragedia della guerra che alcuni paesi islamici conducono contro le loro figlie è un problema di tutti noi.
Anna Foa - storica
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