"Qualcuno con cui correre" è il titolo di un film israeliano, tratto dall'omonimo libro di David Grosman, che è stato presentato ieri sera a Roma con doppiaggio in lingua italiana al festival del cinema israeliano organizzato dal Pitigliani e che da domani sarà proiettato nel circuito comune. Per chi immagina Israele, e la sua capitale Gerusalemme, come la terra del latte e del miele, dove si realizzano i sogni e gli ideali virtuosi, il film è uno schock con la sua presentazione di adolescenti disperati e tossici, di sfruttatori, di bande fasciste, di violenze di ogni tipo. La realtà di Israele non è quella dell'ideale, e in questo si può dire che si sia realizzato il sogno sionista di rendere gli ebrei un popolo "normale", con la sua brava percentuale di delinquenti e problemi sociali. Il film-parabola finisce però con un happy end, come le antiche favole. Se fossimo del tutto un popolo "normale", oggi la realtà e la letteratura non lascerebbero spazio all'ottimismo. Probabilmente c'è ancora un piccolo spazio per la nostra "anormalità", che si esprime, malgrado tutto, con qualcosa di diverso; in questo caso èsemplicemente la speranza.
RiccardoDi Segni, rabbino capo di Roma
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