domenica 30 novembre 2008

Massacri


Ancora massacri in Nigeria, le violenze sono scoppiate venerdì dopo che, a Jos, città incuneata tra il Nord del Paese a maggioranza mussulmana e il sud cristiano, sono stati contestati i risultati di un’elezione locale. Un responsabile della croce rossa protetto dall’anonimato ha dichiarato che all’interno della moschea della città di Jos, capoluogo dello stato di Plateau nel centro della Nigeria, ha potuto contare 218 corpi. Migliaia di persone hanno lasciato le loro case trovando rifugio in edifici governativi o all’interno di luoghi di culto. Mentre il bilancio delle vittime degli scontri sembra destinato ad aumentare, il governatore dello stato, Jonah Jang ha dichiarato il coprifuoco, ordinando alle truppe di sparare a vista. Intanto i soldati stanno provvedendo al recupero dei corpi abbandonati lungo le strade, cercando così di evitare la diffusione di epidemie. Lo scontro religioso, come spesso capita, si unisce e maschera le vere cause del conflitto che risiedono nella possibilità di accedere alle risorse naturali del luogo e al possesso della terra, non meno importanti sono i due milioni di barili di greggio che ogni giorno sono estratti in Nigeria.
Silenzio ed inerzia della comunità internazionale.

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