martedì 18 novembre 2008

Rispetto, silenzio e solitudine


Eluana, e suo padre. Difficile esprimersi. Terribilmente difficile. Ho solo un presentimento: siamo abituati a pensare che quando qualcuno soffre la presenza degli altri sia qualcosa di indispensabile. Si porgono le con-doglianze. Come se il dolore non ammettesse la solitudine. La tradizione ebraica invita a non giudicare una persona nel momento del dolore. Sulla lunga distanza del tempo e dello spazio, provo a immaginare che forse, in questa storia di dolore che vede un padre e una figlia insieme, attraverso la vita e la morte, forse lasciare spazio a un poco di solitudine sarebbe stato un atto di rispetto. Invece di inveire contro una sentenza, in loro nome. Invece di gridare all'assassinio, in loro nome. Invece di mettersi nei loro panni, come se fosse la cosa più facile di questo mondo.

Elena Loewenthal, scrittrice

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