L’assessore alla salute Vladimir Kosic fa approvare dalla giunta, di cui fa parte, un progetto che prevede la circoncisione gratuita agli immigrati nelle strutture pubbliche del Friuli Venezia Giulia.
L’assessore leghista Seganti vota a favore ma il capogruppo della Lega Nord in consiglio regionale Danilo Narduzzi insorge chiedendo le dimissioni dell’assessore Kosic perché dice “in questo modo si legittima la spesa di soldi pubblici, 200 mila euro, per l’effettuazione di pratiche di circoncisione tribale “, potete leggere per intero queste affermazioni orripilanti sul Messaggero Veneto. L’assessore Kosic fa notare che il provvedimento era stato preso nel pieno rispetto dell’articolo 19 della costituzione, qualificando la decisione come scelta di civiltà e come doveroso intervento atto a garantire il giusto supporto sanitario. Inoltre il costo di questo progetto sperimentale è inferiore a quello per la gestione delle emergenze derivanti da interventi fatti in maniera clandestina in abitazioni private. Interventi che come a Treviso e a Bari hanno causato la morte di due bambini o come a Pordenone dove per fortuna si è arrivati in tempo salvando un neonato.
Alla fine si arriva a un compromesso viene ritirata la richiesta di dimissioni e al termine della sperimentazione la circoncisione praticata nelle strutture pubbliche sarà a pagamento, perché “non si fanno regali” (sic!) sostiene il segretario regionale del Carroccio Pietro Fontanini.
Questo non è il racconto di una penosa vicenda accaduta in un microcosmo sperduto in qualche anfratto di un qualche Paese sottosviluppato, no, avviene sotto i nostri occhi, in questo caso nel laborioso Nord-Est e più precisamente in Friuli Venezia Giulia.
Questo tentativo, in parte riuscito, di negare dei diritti che in qualsiasi Paese mediamente civile e rispettoso della dignità umana troverebbero applicazione ci deve far riflettere su come la pianta del razzismo abbia messo radici nella nostra società, ma soprattutto nei nostri cuori e nelle nostre menti ormai pressoché indifferenti a simili notizie.
L’assessore leghista Seganti vota a favore ma il capogruppo della Lega Nord in consiglio regionale Danilo Narduzzi insorge chiedendo le dimissioni dell’assessore Kosic perché dice “in questo modo si legittima la spesa di soldi pubblici, 200 mila euro, per l’effettuazione di pratiche di circoncisione tribale “, potete leggere per intero queste affermazioni orripilanti sul Messaggero Veneto. L’assessore Kosic fa notare che il provvedimento era stato preso nel pieno rispetto dell’articolo 19 della costituzione, qualificando la decisione come scelta di civiltà e come doveroso intervento atto a garantire il giusto supporto sanitario. Inoltre il costo di questo progetto sperimentale è inferiore a quello per la gestione delle emergenze derivanti da interventi fatti in maniera clandestina in abitazioni private. Interventi che come a Treviso e a Bari hanno causato la morte di due bambini o come a Pordenone dove per fortuna si è arrivati in tempo salvando un neonato.
Alla fine si arriva a un compromesso viene ritirata la richiesta di dimissioni e al termine della sperimentazione la circoncisione praticata nelle strutture pubbliche sarà a pagamento, perché “non si fanno regali” (sic!) sostiene il segretario regionale del Carroccio Pietro Fontanini.
Questo non è il racconto di una penosa vicenda accaduta in un microcosmo sperduto in qualche anfratto di un qualche Paese sottosviluppato, no, avviene sotto i nostri occhi, in questo caso nel laborioso Nord-Est e più precisamente in Friuli Venezia Giulia.
Questo tentativo, in parte riuscito, di negare dei diritti che in qualsiasi Paese mediamente civile e rispettoso della dignità umana troverebbero applicazione ci deve far riflettere su come la pianta del razzismo abbia messo radici nella nostra società, ma soprattutto nei nostri cuori e nelle nostre menti ormai pressoché indifferenti a simili notizie.
(Nella foto: La circoncisione nella stalla - Rembrandt - acquaforte del 1654)
3 commenti:
Che tristezza.
detesto i razzisti in ogni loro forma.
Triste si, e se possibile ancora più triste il silenzio che è calato sulla vicenda.
il silenzio sta calando ormai su molte vicende... il giornalismo in Italia è diventato una barzelletta... che non fa neanche ridere.
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