lunedì 22 giugno 2009

AUNG SAN SUU KYI


Auguri Aung San Suu Kyi


di Giulia Menegotto

Dai siti e dai blog di tutto il mondo centinaia di migliaia di messaggi di auguri per la leader del partito democratico birmano Aung San Suu Kyi.

La “signora”, come in molti amano chiamarla, compie oggi 64 anni. L’esile figura che che da più di vent’anni guida con coraggio e tenacia l’opposizione alla dittatura che governa il suo paese, premio Nobel per la pace nel 1991, e dal 1995 agli arresti domiciliari, è oggi nel carcere di Insein ad aspettare la sentenza dell’ultimo processo in cui è accusata di aver ospitato illegalmente nella sua casa un cittadino statunitense.

L’avvenimento risale a poco più di un mese fa ed è ancora avvolto da un alone di mistero. Secondo le informazioni più recenti, l’uomo, John William Yettaw, un mormone americano di 45 anni, avrebbe raggiunto l’abitazione di Aung San Suu Kyi a nuoto, partendo dalla riva opposta del lago su cui si affaccia la casa, e vi sarebbe rimasto per qualche giorno.

L’ospitalità è costata alla leader una nuova condanna e, non appena trapelata la notizia, è stata immediatamente trasferita nel famigerato carcere della capitale, nonostante le sue precarie condizioni di salute, dove dovrà restare fino al giorno della sentenza, prevista per il 26 giugno.

A nulla sono valse le proteste della comunità internazionale, da quelle delle più alte istituzioni a quelle ai singoli cittadini. La giunta birmana ha aspettato pazientemente che passassero i giorni “caldi” delle prime pagine mondiali e si prepara ora ad emettere il verdetto su Aung San Suu Kyi protetta dal silenzio stampa.

Perpetuare gli arresti alla signora è per i generali l’unico modo di assicurare stabilità al proprio potere. Le libere elezioni, indette per il 2010 come promessa di buona condotta alla comunità internazionale, sono ormai alle porte e i militari non vogliono correre il rischio di perderle una seconda volta.

Nel 1992, in seguito alla stragrande vittoria del partito democratico, la giunta si vide costretta a riprendere il potere con la forza e ciò provocò l’adozione di molteplici risoluzioni cui si condannavano aspramente le ripetute violazioni di libertà politiche e diritti umani sia da parte delle Nazioni Unite che dell’Unione Europea che di singoli governi.

Il rinnovo degli arresti di Aung San Suu Kyi con una motivazione quasi legittima - secondo la legge birmana si tratta di “violazione di detenzione” - sarebbe quindi un buon escamotage per i generali per sbarazzarsi della punta di diamante dell’opposizione e non correre il rischio di risultati inaspettati in sede di voto.

E così, un esile figura che riesce a spaventare i suoi nemici con la gentilezza del suo sorriso trascorrerà l’ennesimo compleanno lontana dai suoi affetti. Dalla sua famiglia, suo marito è morto di tumore qualche anno fa e non vede i figli da ormai quattordici anni, ma anche dagli amici e dai colleghi, ormai quasi tutti in carcere o in esilio.

Ma sarà in compagnia della sua straordinaria forza e al pensiero di tutti noi. Tanti auguri Aung San Suu Kyi.

(Fonte: Notizie Radicali)

1 commento:

calendula ha detto...

ma il silenzio stampa comprende anche il giorno della sentenza????