Dopo le elezioni europee, le elezioni amministrative in Italia, ed il confronto elettorale in Libano dove ha prevalso il fronte, così detto, pro-occidentale del “14 marzo” e di cui parla il futuro premier Saad Hariri in un’interessante intervista al Corriere della Sera, oggi è chiamato al voto il popolo iraniano. Quattro i candidati, ma solo due si contendono la presidenza, Ahmadinejad e Mirhossein Moussavi. Il primo lo abbiamo già visto all’opera con i suoi programmi di governo: cancellazione dello Stato Ebraico dalle carte geografiche, lotta contro il Grande Satana americano, sostegno al organizzazioni terroristiche come Hamas e Hezbollah, riarmo nucleare, brutale repressione del dissenso. Il suo rivale è accreditato come candidato “riformista” apre all’Occidente e a parole sembra voglia apportare un cambiamento radicale alla politica estera iraniana. Sullo sfondo si allunga l’ombra del potere dell’ayatollah Ali Kamenei (nella foto), che tutto avvolge. A poche ore dalla chiusura dei seggi Mirhossein Moussavi ha già rivendicato la vittoria, mentre il ministero dell’interno in contemporanea ha comunicato i primi dati che vedono in vantaggio Ahmadinejad.
2 commenti:
io ci spero ho visto tanti giovani e tante giovani fiduciose e contente..... speriamo bene..
@calendula
Dalle ultime notizie sembra che l'onda verde si sia infranta.
Posta un commento